Rassegna Stampa > ricci/forte MACADAMIA NUT BRITTLE

ricci/forte
MACADAMIA NUT BRITTLE

Rassegna Stampa

“…nel bellissimo lavoro dal titolo accattivante, macadamia nut brittle, ricci/forte toccano un apice della loro scrittura e del loro teatro. Calibrano perfettamente derive psicoanalitiche e critica sociale, lirismo e comicità: hanno la grande dote di reinventare continuamente il linguaggio, assorbono gli stilemi, le immagini, gli oggetti del contemporaneo omologato e postmoderno, frullandoli in una centrifuga dove scorrono le tensioni del mito e del repertorio classico. Il lavoro è possente e straziante, divertente e disperante: bravissimi Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori, Mario Toccafondi, sempre ottima Anna Gualdo.”
A. Porcheddu, DELTEATRO

“…dopo il gelato si scatenano gli adolescenti. Storie alla Dennis Cooper, tremende e tutte da ridere, si alternano a momenti più intensi, di allucinazione, come se si fosse tradito qualcosa: l’estrema serietà del gioco. Il pubblico partecipa in modo quasi catartico a questo snuff movie che è la Vita.”
F. Cordelli, CORRIERE DELLA SERA

“…spettacolo di chiara ambiguità, affascinante e provocatorio come lo sono gli spettacoli di Stefano Ricci; teatro d’immagini perfette, curate e costruite in meticolose architetture teatrali, inquietanti e colorate, impudenti e impudiche. Gioco di memorie possibili e invenzioni probabili, per intriganti confusioni di un linguaggio teatrale originale, quello di ricci/forte, che ha rapidamente conquistato un pubblico di appassionati spettatori. macadamia nut brittle inquieta e sorprende, spiazza ed emoziona; un invito rivolto a chi è stanco del solito teatro digestivo, di carta lucida da pacco regalo e vuole finalmente scartare la confezione per mettere le mani sul dono che contiene: il proprio cuore fibrillante.”
G. Baffi, LA REPUBBLICA

“…ad un mondo nel quale le carezze non sono ammesse, si ispira macadamia nut brittle, della coppia dei terribili ricci/forte. Lo spettacolo, vietato ai minori, non ammette sconti. Il linguaggio è duro, provocatorio, come i gesti, la fisicità di corpi che viene violentata e stravolta.”
S. Cesarale, CORRIERE DELLA SERA

“…esplode con foga i suoi fuochi d’artificio l’atteso macadamia nut brittle, del pirotecnico duo ricci/forte. Scandalizza? Innamora? Sicuramente non lascia indifferenti per quel caleidoscopio linguistico che costituisce la cifra più originale della ricerca del duo, che lascia sfrigolare i sensi dilatati di parole, metafore e citazioni, proiettili di senso mitragliati alla velocità della luce da una drammaturgia senza personaggi e plot, costruita sul disvelarsi permanente dell’artificio scenico che riverbera, con bagliori grotteschi e sublimi, sul suo contrario.”
R. Vitale, LIBERAZIONE

“…provocatorio e trasgressivo, forte e choccante.”
O. Scorrano, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
“…è uno spettacolo ricco e coinvolgente, che colpisce allo stomaco con la durezza di un linguaggio visivo. L’infantilismo dei suoi animali umanizzati, il cinismo volgare dei suoi reality show, il perseguimento di un’eterna giovinezza vengono stigmatizzati dalla compatta e lucida regia di Stefano Ricci con ineludibile ferocia. I quattro bravissimi interpreti imprimono all’azione, con la loro generosa partecipazione e duttile capacità espressiva, una continuità di tensione vigorosa e sanguinante.”
A. Melilli, HYSTRIO

“…assolutamente da non perdere. Un percorso denso di emozioni. Addirittura troppe per certo pubblico che finisce in lacrime dopo aver dato libero sfogo alle proprie emozioni attraverso la personale ovazione. Applausi che finiscono per supportare una storia-non-storia frammentata, eppure così chiara per tutti. Perché ricci/forte anche questa volta vanno dritti, senza timore, senza ombra di dubbio, senza incertezza alcuna, vanno dritti al centro dell’anima dello spettatore sconvolgendolo e impigliandolo nella fitte rete delle emozioni più profonde.”
M. Albanesi, PODOFF

“…del Festival Internazionale Castel dei Mondi ricci/forte costituiscono il brivido e la trasgressione con rappresentazioni, come macadamia nut brittle, di forte impatto emotivo e dall’erotismo spinto che hanno stimolato accese discussioni senza disdegnare di richiamare sempre più un gran numero di spettatori.”
N. Viesti, IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

“…ragionamento intorno alle mutilazioni così lynchiano.”
A. Gaeta, LA REPUBBLICA

“…un teatro di performance, con scene prepotentemente d’impatto. Ancora una volta ricci/forte fanno pieno centro con un’emozionante e vera molestia allo spettatore, mostrando in modo aperto e diretto quello che siamo. Il cast, semplicemente eccezionale.”
G. Cutri, IL BRIGANTE

“…sesso e autolesionismo. Sesso e quotidiana insoddisfazione, sesso e crudeltà. Fino a non riconoscersi. Perché questo forse è il senso: non voler dire chi sono e come amo, cosa sento e per ché sono di ver so. Diverso come tutti siamo diversi, nell’omologazione del corpo che ci sottrae all’altro, e all’amore. Bravissimi i quattro interpreti: sopportano con impegno mutilazioni, scarnificazioni, colpi a terra e torture indicibili, nudi e soli. Feroce la regia.”
C. Merlo, ITALIASERA

“…divertente, ambiguo, poetico, erotico, commovente. In ordine casuale. I quattro personaggi-cavie sono esposti in tutta la loro nudità (dell’anima prima che del corpo) al giudizio del pubblico, sotto le luci accecanti di un palcoscenico spoglio che fa molto reality show. Sono quattro personaggi in cerca d’amore. Etero/bisex/gay che sia! Tra tutti gli spettacoli di ricci e forte, il nudo spinto alla simulazione quasi esplicita di un rapporto, qui diventa strettamente necessario. Si conclude con l’espiazione, la purificazione finale è una disinfestazione che gronda sangue, momento di forte impatto estetico. Veri atleti della recitazione i quattro interpreti Anna Gualdo, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori e Mario Toccafondi, lungamente applauditi.”
G. Belsito, CANNIBALI

“…nella discesa agli inferi preparata da ricci/forte si attraversano gli angoli bui dell’identificazione, dell’autodefinizione, ci si mette in fila in una corsa forsennata alla confessione, un’urgenza di denudarsi, di strapparsi via la pelle, fosse anche solo perché provando dolore ci si accorge di essere vivi. C’è, senza dubbio, la tematica della sessualità, della devianza carnale, del feticismo, dell’affermazione di un disagio che desidera uscire dalle costole, che chiede d’essere nominato. Grande successo, pienone e quasi cinque minuti d’applausi.”
S. Lo Gatto, KRAPP’S LAST POST

“…macadamia nut brittle, che spettacolo! punto esclamativo, niente aggettivi: uno spettacolo è quando quello che vedi ti prende e ti cattura, ti diverte e ti emoziona, ti coinvolge e ti respinge, ti fa pensare anche a ore di distanza senza però trovare un pensiero preciso se non questo filo che ti lega alla sera prima in cui sei stato spettatore di uno spettacolare spettacolo. ricci/forte ci propongono una via teatrale che rifugge compiacimenti autorali/attoriali e riporta in scena le vere nude emozioni.”
STORIE 100X100, Blog Teatro

“…quest’ultimo lavoro di ricci/forte è uno specchio in cui tutti veniamo riflessi; è una scuderia di spermatozoi scalpitanti in corsa per fecondare menti in ovulazione. All’interno della cornice in cui i quattro interpreti si donano con strabiliante empatia, diretti con una tale precisione da aver spazio anche per improvvisare, chi guarda deve
operare una scelta, è finalmente reso attivo. Trattenere nella sua interezza la moltitudine di temi trattati è impossibile con un’unica visione. Questo è uno degli aspetti che rende estremamente interessante questa operazione. Perché, a differenza del mero intrattenimento ‘per non pensare’, lo scopo è stimolare, all’uscita del tempio sacro del teatro, ciò che troppo spesso ci si "scorda" di fare: interrogarsi e confrontarsi.”
D. Giorgetti, SIPARIO

“…geniale prova di teatro d’innovazione, questo spettacolo va visto per i pugni allo stomaco che ti arrivano tra una risata e l’altra, per il coraggio degli interpreti e per la loro performance fisica ed emotiva portata all’estremo (e allo stremo) per i fini delle esigenze artistiche. Se ce la fate a vederlo, possibilmente in prima fila!”
IL CANNOCCHIALE, Blog Teatro

“…corpi sbattuti sul legno del palcoscenico, guidati dal Tom-Tom della perdita di equilibrio razionale che porta quegli ammassi di cuore-polmoni-fegato-pancreas-milzavescica-testicoli-prostata-trachea-laringe-faringe-cazzo a cercare la volubile intersezione di un desiderio. Mi vuoi. Ti voglio. Mentre il gelato che abbiamo ingurgitato si trasforma in merda. E domani? Si torna bambini. Tende, colori pop e maschere aiutano gli adulti a sembrare meno adulti, a nascondersi nel loro guscio televisamente corazzato. Perché ‘Dallas’ e ‘Grey’s Anatomy’ regalano certezze, mica come la vita, serial a singhiozzo.”
RIVER, Blog Teatro

“…sono loro una delle poche realtà nuove che concretamente si impegna e lotta per portare avanti il teatro in cui crede e per cui scrive. La scrittura di ricci/forte crea un cortocircuito tra poeticità e realtà per raccontare una visione diversa del mito nella società contemporanea, mantenendo delle loro cifre stilistiche (uso di cartelli, il nudo, il movimento che dà spessore alla parola) ma rinnovandole sempre.”
C. Nocella, SEROXCULT

“…uno spettacolo ad alto contenuto performativo dove quel che succede e viene mostrato è altrettanto importante del testo che viene recitato. macadamia nut brittle (primo gusto): ci chiediamo in cosa possa cambiare uno spettacolo, un testo, che rasenta la perfezione, quella con la p maiuscola, quella che non si dimentica e che si staglia nel tempo come irraggiungibile esempio.”
A. Paesano, TEATRO.ORG

“…uno spettacolo, a tratti estremo, che utilizza i registri più disparati, dal comico, al grottesco fino al tragico e al surreale. Come il macadamia nut brittle, il gelato Haagen Dasz che da il titolo allo spettacolo, siamo come preconfezionati, prodotti in serie e pronti ad essere consumati nelle macchinette automatiche di uffici o stazioni di servizio. Una visione non proprio idilliaca delle cose che riscuote un inequivocabile successo da parte del pubblico in sala: applausi scroscianti con innumerevoli inchini da parte degli attori fino alla standing ovation finale. Segno che il teatro, anche quello sperimentale, può ancora agire concretamente sui sentimenti delle persone.”
E. Nocera, CAMPANIA WEB

“…spettacolo impietoso, che riesce ad emozionare senza falsa teatralità, attraverso una vera e propria catarsi tragica il pubblico rivede sul palco se stesso, il suo quotidiano, la sua ricerca d’amore, il suo correre e ricadere, e comprende, si spera, se forse ogni tanto non sia il caso di fermarsi a vivere davvero. Una plauso speciale, va infine tributato ai quattro interpreti, soprattutto Anna Gualdo, espressivamente ed energicamente inappuntabili, che riescono in maniera eccellente ad esprimere, senza nessun compiacimento, il disagio ed il dolore messo in scena dagli autori.”
G. M. Cesario, TEATRO.ORG